L’obesità oggi rappresenta una delle malattie più diffuse nella nostra società in particolare nei paesi così detti del benessere, il dato allarmante soprattutto nei bambini in età pediatrica, con il rischio dell’evoluzione di malattie gravi come il diabete, o malattie cardiovascolari e pressione alta, che possono compromette comunque tutti gli aspetti della vita sia che di tratti di un adulto che di un bambino, come ad esempio nello sport o nella vita sociale.
Il tasso più elevato si rileva più che altro nei giovani Americani in età compresa tra i 6 e i 19 anni. Pure in Italia secondo le statistiche i dati sono allarmanti, anche nel nostro paese si registra un tasso di obesità giovanile molto alto, secondo il Ministero della salute la percentuale maggiore sopratutto al sud piuttosto che al nord.
L’obesità si configura come un aumento del peso per un eccessiva formazione di tessuto adiposo sottocutaneo, che per gli uomini si concentra soprattutto nella parte superiore del corpo, come collo, spalle e addome; mentre nelle donne si caratterizza oltre che nella pancia, anche in cosce e glutei, con carenza di muscolatura.
L’obesità viene calcolata tramite IMC, cioè l’indice della massa corporea, che mette in rapporto l’altezza con il peso di una persona distinguendo parametri differenti tra uomini e donne.
Il problema dell’obesità infantile sta proprio nella maggiore probabilità che i bambini hanno nel diventare obesi anche da grandi, in particolar modo, il rischio è proporzionato all’età del piccolo, più il bambino è grande e sovrappeso, più sale la probabilità che sia obeso anche da grande.
Studi recenti hanno dimostrato che uno dei fattori che più di tutti può incidere sulla possibilità che un bambino diventi obeso, è la presenta di uno dei genitori con il medesimo problema.
Un altro aspetto è la provata riduzione dell’indice di massa corporea IMC o anche detto BMI (Body mass index), superato il primo anno di età, riduzione che arriva ad un valore minimo per poi aumentare e stabilizzarsi all’incirca tra i 5 e i 6 anni di età. Il rischio si rileva laddove l’aumento dell’IMC si verifica prima dell’età di 5 anni, aumentando così la possibilità del bambino di diventare obeso.
L’obesità infantile può essere legata sia ad una cattiva alimentazione, a malattie endocrine, ma anche a malattie genetiche ereditarie che hanno come conseguenza l’obesità, infine può derivare da problemi socio-ambientali, come la conduzione di una vita particolarmente sedentaria e non solo psicologici.
Rivolgersi agli specialisti del settore, come un nutrizionista e anche uno psicologo sicuramente è il primo passo da fare.